A volte ci arrivano all’orecchio definizioni a cui non sappiamo dare subito un significato. Pensiamo per esempio all’home staging… che cos’è? di cosa si tratta? Bene, non è nulla di strano, ma conoscere questa tecnica può essere molto utile per prendere una decisione quando si desidera comprare o vendere casa. In pratica si tratta di una serie di operazioni che si fanno per rendere appetibile e presentare al meglio una vendita.
Entrare in un appartamento vuoto, con un filo che pende da una presa non fa mai una bella impressione. È decisamente meglio presentare un possibile “spazio pronto”, cioè un arredamento, anche molto curato, per far capire all’acquirente quelle che sono le potenzialità della sua futura abitazione. Vediamo quindi di approfondire un po’ le tecniche e mettere in evidenza alcune idee interessanti per l’home staging.
I concetti di base dell’Home Staging
L’home staging nasce nei paesi anglosassoni come strumento per rendere più appetibile un’abitazione al momento della vendita. È stato rilevato, infatti, che la vendita di uno spazio vuoto risulta molto più difficile, se paragonata ad uno che viene presentato con un possibile arredo, preparato da un interior designer. Gli spazi aperti, privi di mobilio, oltre a risultare freddi, sono anche difficili da leggere da parte di chi non ha fatto dell’arredo il proprio lavoro. Un volume privo di mobilio, infatti, risulta ingannevole per quanto riguardale possibilità di impiego. Non capita di rado che una stanza all’apparenza molto grande, risulti scomoda una volta arredata, così come uno spazio che appare angusto sia invece pronto ad offrire discrete opportunità con il giusto approccio.
Arredare lo spazio
Home staging e abitazione già arredata sono due concetti vicini ma non sempre sovrapposti. Non si tratta infatti di proporre una vendita o un affitto che comprenda oltre allo spazio anche le suppellettili, i mobili e persino gli accessori, ma di mostrare al cliente come risulterebbe una volta completato. Solitamente l’home staging si basa sull’impiego di mobili presi in affitto o in prestito per l’occasione, insieme al resto delle suppellettili, oppure sull’impiego degli arredi già presenti nella casa, che vengono disposti per mettere in luce i punti di forza dello spazio che si propone. L’approccio non è unico, e spesso è dettato da esigenze pratiche, quindi se la casa è già abitata si tende ad usare ciò che è già disponibile, cercando di utilizzare le componenti d’arredo migliori, ed in alcuni casi aggiungendo qualche dettaglio e muovendo i mobili per rendere meglio l’idea ed ottimizzare lo spazio.
Come ci si approccia
L’home staging in generale non richiede particolari certificazioni o corsi, perché in teoria potrebbe essere sufficiente possedere un buon gusto ed avere buoni contatti per procurarsi mobili e suppellettili. Essere interior designer o architetti è sicuramente un grosso vantaggio, specie per quanto riguarda la possibilità di immaginarsi gli spazi e le loro caratteristiche. Esistono anche corsi e scuole che servono per formare gli operatori in questo settore che si sta rapidamente consolidando anche in Italia. Le statistiche dimostrano come uno spazio presentato opportunamente riesca a vendere in un tempo il 77,2% in meno rispetto ad uno nudo, sia per il settore abitativo che per quanto riguarda quello commerciale. Si tratta solo di applicare un metodo basato su criteri di gusto che aiutino a rendere appetibile lo spazio, e spesso si riesce ad ottenere una rivalutazione del suo valore che raggiunge anche il 10%, legata sia allo stringersi sei tempi di valutazione, sia alla possibilità di giocare sull’emotività dell’acquirente.
Chi è l’home stager?
L’home staging prevede quattro figure: il proprietario, il designer, l’agente e le maestranze. Il proprietario perché deve essere messo a parte delle azioni che saranno fatte, magari anche con oggetti suoi, che dovranno essere spostati, ridisposti, oppure in alcuni casi nascosti e sostituiti. Il designer, o meglio l’home stager, che si preoccupa della scelta dei materiali, e del loro inserimento all’interno dello spazio, con un costo che in alcuni casi può anche risultare oneroso, e che deve essere ben chiaro al committente. Infine ci sono le maestranze che si fanno carico della parte pesante del lavoro, spostando fisicamente i mobili, o addirittura arredando da zero lo spazio. L’home stager deve aver ben presente il risultato finale, e potrà avvalersi di strumenti informatici, bozzetti su carta o anche solo della sua esperienza, per ottenere un buon risultato convincente. L’agente, infine, dovrà essere in grado di proporre lo spazio in maniera del tutto convincente, giocare sull’empatia dei suoi acquirenti, e riuscire a cogliere i loro momenti di entusiasmo, oltre che affrontare i loro dubbi in maniera propositiva. La figura dell’home stager e dell’agente possono anche essere coincidenti, a patto che il risultato finale sia comunque convincente.